@ “La Triade fulmina l’eresia” di Vincenzo La Barbera

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Il dipinto, oggi al Museo Civico “Baldassarre Romano” di Termini Imerese (già in S. Vincenzo Ferrer dei PP.) è ricordato dal De Michele (1677) col doppio titolo Caduta del paganesimo e dell’eresia o Il trionfo della religione cristiana.

Il dipinto mostra la gloria del Paradiso con la Trinità (il Padreterno, la colomba dello Spirito Santo ed il Cristo con la destra levata ed impugnante tre fulmini) ad un dipresso è l’Immacolata Concezione, Regina del Cielo, rivolta al Figlio ed attorno una corte di santi disposti in più piani prospettici. Le figure più lontane, raffigurate a monocromo, talvolta quasi evanescenti, creano effetti prospettici e luministici.

In basso sono riconoscibili coi loro rispettivi attributi iconografici, da destra a sinistra: S. Girolamo, S. Francesco d’Assisi, S. Domenico (col mappamondo simbolo della diffusione planetaria dell’Ordine dei Padri predicatori) e S. Antonio da Padova. La scelta di tali Santi è sicuramente legata alla committenza dell’opera da parte di Gerolama Simonte (o Summonte), figlia di Antonio e moglie dell’alfiere Felipe de La Casta (munifico mecenate dei Francescani).

Alle spalle di questi Santi sono raffigurate S. Cecilia, S. Agata, S. Lucia ed un Santo con abito vescovile (S. Nicolò?).

Nel registro superiore sono riconoscibili, a destra i Santi Pietro e Paolo, i quattro Santi Evangelisti e dal lato opposto S. Lorenzo e S. Stefano Protomartire.

Il De Michele nella sua sommaria, ma precisa descrizione dell’opera, accenna alla figura di Gesù Cristo che fulmina gli idoli del paganesimo che cadono infranti a terra. Nel dipinto, allo stato attuale non vi è alcuna traccia di tali idoli infranti. Ci sembra poco probabile che tale affermazione sia dovuta ad una svista del De Michele, mentre non si può fare a meno di sospettare che il dipinto sia mutilo della parte inferiore, come del resto viene da pensare, considerando che l’abito di S. Domenico è tagliato di netto nella parte inferiore. Ciò, del resto, spiegherebbe il tradizionale titolo del dipinto che altrimenti risulterebbe del tutto inopportuno.

Infine, punti di contatto nella ricchezza cromatica e nell’uso di velature e del monocromo per esaltare i piani prospettici si hanno con l’Incoronazione della Madonna della National Gallery di Londra, opera di Yohann Rottenhammer (1564-1625), quasi a sottolineare la predilezione del La Barbera per il mondo nordico, per la minuziosità ed il gusto del dettaglio.


Tratto da Antonio Contino e Salvatore Mantia – Architetti e pittori a Termini Imerese tra il XVI ed il XVII sexolo. Editrice Gasm – 2001