@ Il museo della Targa Florio 🎥

A Termini Imerese, in un vecchio mattatoio, ha sede un museo dedicato alla Targa Florio con una vera esposizione di auto storiche.

Diretto da Nuccio Salemi, questa struttura espone all’ingresso la bella Alfa Romeo 33 tre litri con la quale Nino Vaccarella e Toine Hezemans conquistarono la vittoria nell’edizione 1971.

Fu un’edizione memorabile, valida per il Mondiale Marche, con tutti i più forti piloti di vetture Sport Prototipo ad eccezione della Scuderia Ferrari che disertò la corsa.

Di Alfa come quella esposta al Museo di Termini ce n’erano tre: oltre alla vettura di Vaccarella-Hezemans, la Casa di Arese aveva schierato altri due prototipi da 440 CV per De Adamich-Van Lennep e Kinnunen-Stommelen. “La Porsche aveva risposto alla sfida con tre vetture, le 908/3 di 360 CV affidate a Siffert- Redman, Rodriguez-Muller, e Elford-Larrousse; dopo pochi minuti di gara proprio l’inglese Redman finì fuori strada per un cedimento tecnico della sua leggerissima Porsche”, racconta Salemi.

Poca fortuna anche per il messicano Pedro Rodriguez, che picchiò il marciapiede danneggiando irreparabilmente la sua 908.

Oltre alla 33, il museo di Termini espone, fra le altre, una Porsche 718, una Lotus 23, un’Alpine-Renault 1600, una Maserati Birdcage, una Fiat 501, una MG Midget, una Ford Escort RS ed altre protagoniste della Targa.

“A mio avviso – spiega Salemi – il periodo più affascinante della corsa è stato il decennio compreso fra il 1963 e il 1973 e credo non sia un caso se, proprio in quell’epoca, l’uomo sia stato protagonista di una stagione eccezionale, come la conquista della Luna, tanto per citare l’episodio più clamoroso. Anche le auto furono influenzate da quell’onda magica e alla Targa Florio arrivarono vetture fantastiche, sempre più potenti e performanti. Forse troppo per una corsa tortuosa e difficile, nata nel 1906, quando le auto andavano molto più adagio”.

Se le auto andavano piano, le idee di Vincenzo Florio correvano veloci perché, in quell’epoca remota, l’ideatore del circuito delle Madonie fece l’impossibile per attirare concorrenti, con trasferte gratis sulle navi della flotta Florio, biglietti ferroviari scontati del 50%, una serie di nutriti eventi collaterali, che oggi farebbero scuola agli esperti di marketing, e premi raffinati, trofei, targhe e medaglie create da Renè Lalique (nel 1906 e 1907) e da Bistolfi nel 1907.

Risalgono al 1908 la prima Targa Florio in bronzo e le famose copertine per la rivista Rapiditas, opera di Duilio Cambellotti.

Negli anni ‘20 la Targa Florio venne disegnata da Henry Dropsy .


Fonte: http://asimusei.it/museo/museo-del-motorismo-siciliano-e-della-targa-florio/

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